Natale: mons. Brunetti (Alba), “anche noi ripartiamo dalla grotta di Betlemme”

“Ogni Natale ha le sue peculiarità. Questo, come quello dello scorso anno, non lo dimenticheremo facilmente, pensando al periodo difficile che stiamo trascorrendo, con i contagi che aumentano e gli ospedali che vanno sempre più a riempirsi. Per i cristiani il Natale è l’incontro di Dio con l’umanità, non c’è nulla di più bello e più grande di questo: pensare a Dio che si fa vicino a noi, si fa presente, diventa uno di noi. Anche noi, ripartiamo dalla grotta di Betlemme”. Lo scrive, nel suo messaggio per Natale, il vescovo di Alba, mons. Marco Brunetti.
“È l’Emmanuele, il Dio con noi – ricorda il presule –. Il Natale è consolante perché riempie i vuoti della vita con la pienezza di un Dio bambino, piccolo e fragile, che ha cambiato la storia dell’umanità e vuole cambiare la nostra vita. Allora, lasciamo che questa luce, che si diffonde dalla grotta di Betlemme possa raggiungere tutti noi, tutte le nostre famiglie e le nostre case. Novant’anni fa, ad Alba, veniva stampata per la prima volta Famiglia Cristiana, voluta da un sacerdote albese, il beato don Giacomo Alberione. Essa riportava sulla copertina proprio il bambinello di Betlemme. Alberione amava dire che ogni cosa deve partire dalla paglia di Betlemme”. È “l’augurio che vorrei fare a tutti voi, credenti e non credenti, praticanti e non praticanti: cogliamo l’occasione del Natale per ripartire dalle cose semplici, quelle che ci danno pace come uno sguardo pieno di gioia o una mano tesa verso chi ha bisogno, o il chinarsi sui più deboli. Ripartiamo, appunto da Betlemme, e la nostra società ritroverà il senso delle cose semplici che arricchiscono la nostra vita, così complicata e ingolfata da tante cose pesanti e inutili. Vorrei raggiungere tutte le persone sole e afflitte da tante sofferenze che la vita presenta senza sconti, che trovino nel bambino di Betlemme una speranza e una gioia vera, accompagnata da una vera e autentica solidarietà”. Mons. Brunetti conclude facendo sue le parole di un missionario della diocesi in Bangladesh, don Renato Rosso: “Un giorno nel nostro accampamento abbiamo visto una tenda in più… ci sembrava un sogno! Sì, era il tuo sogno, o Dio, il tuo sogno che era appena finito e tu ti eri svegliato sulla terra con noi”.

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